martedì 6 marzo 2012

Precaria è la condizione umana.

Eccomi ancora qui,
posto un nuovo episodio di questa mia strana storia.

Ultimamente la mia stanza, sembra rimpicciolirsi e non capisco bene il motivo, la solitudine a volte è davvero forte.
il senso di inutilità che mi ha colpito in questi due giorni.
dal 29/02/2012 non lavoro più nel mio caro reparto ospedaliero.
una faccenda davvero complicata, restare senza un lavoro.
Le mie colleghe disperate per la mia dipartita mi son state vicine, mi hanno scritto lettere piene di bei ricordi che porterò sempre nel cuore...e in quel momento mi son resa conto che ora...sono sola.

i miei pazienti piangevano e io con loro, molti non li vedrò più di sicuro. ricorderò i loro sorrisi e i loro visi segnati dal tempo e dalla vita.
adesso sono in questa situazione, che Monti chiama "divertente".....saprei cosa dirgli se lo avessi davanti.
non mi pare davvero sensato che io, infermiera, neo-laureata con il massimo dei voti, riconosciuta come una che si impegna e si da da fare per il prossimo, vengo lasciata a casa perchè un diavolo di contratto stabilisce che il mio tempo era DETERMINATO.

probabilmente tra qualche settimana, qualcuno prenderà il mio vecchio posto di lavoro, dovrà imparare tutto da capo e sicuramente non saprà molte cose che io ho imparato:
che il Signor Castagno va salutato con un "ciao" felice e allegro, perchè è l'unica parola che si ricorda dopo il suo ictus e se non la si dice per prima ha paura e non ragiona.
che alcuni pazienti che vengono in ambulatorio al pomeriggio, non hanno reale necessità...e anche se le regole dicono diverso, sono abituati ad entrare, essere medicati dove hanno necessità e non sgridati.
che la signora delle pulizie è adorabile e ha avuto una vita difficile, non va presa in giro solo per il suo aspetto come fanno tutti....
che i medici, uno sopratutto, ha il viziaccio di dare terapie in consegna che non hanno alcun senso e non controlla quasi mai le ferite, si aspetta che IO lo faccia al posto suo e che somministri solo quello che è necessario, pena un sacco di problemi con il direttore di servizio.


ora tu, futuro infermiere nel MIO reparto, domandati come mai sono così incazzata...
non andare a dire in giro che la vita è così, che non ha senso che io mi senta triste, perchè già lo sapevo che sarebbe andata così.
non ti credere migliore, non lo sarai.
ti affezionerai, lavorerai (spero meglio ancora di me) e ti affezionerai così tanto da scrivere sul tuo blog il dolore che senti dentro per questa perdita.....
in bocca al lupo.
a tutti e due noi, perchè siamo ugualmente....precari.